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FINALISTI IN DIRITTURA DI ARRIVO (E NON SOLO…)

mercoledì, 11 Settembre 2019

Anche quest’anno possiamo dirci soddisfatti. Il Premio Calvino vede una sempre crescente partecipazione ed è con piacere quindi che annunciamo che ben otto finalisti su otto della XXXII edizione (2019) hanno trovato un editore:


Carmela Barbarino pubblicherà La dragunera con Il Saggiatore

Francesco Bolognesi pubblicherà L’ultima partita con 66thand2nd

Stefano Etzi pubblicherà Tante piccole cose con Dalia

Daniela Gambaro pubblicherà Dieci storie quasi vere con Nutrimenti

Cristina Gregorin pubblicherà L’ultima testimone con Garzanti

Sergio La Chiusa pubblicherà I Pellicani con Miraggi

Laura Lanza pubblicherà Ciccina con Guanda-Astoria

Gennaro Serio pubblicherà L’attività letteraria a Gibilterra nel secolo XXI con L’Orma

Ringraziamo tutti i giurati, i lettori, gli editor e gli agenti letterari che si sono impegnati insieme a noi, e che contribuiscono a rendere il Premio Calvino un reale punto di riferimento per gli scrittori esordienti.

Inoltre, troveremo in libreria nei prossimi mesi l’esordio di due finalisti della XXVIII edizione:

Veronica Galletta, Le isole di Norman, Gaffi

Federico Muzzu, Condizioni di frattura col titolo Invece che uno, Arkadia

Nel corso del 2019 molti finalisti degli ultimi anni hanno proseguito nel loro percorso, pubblicando con alcuni dei più importanti e interessanti marchi editoriali.

Simona Baldelli, Vicolo dell’Immaginario, Sellerio (finalista XXV ed.)

Antonio G. Bortoluzzi, Come si fanno le cose, Marsilio (finalista XXI e XXIII ed.)

Riccardo Gazzaniga, Colpo su colpo, Rizzoli (vincitore XXV ed.)

Eugenio Giudici, Il sarto di Crema, Castelvecchi (finalista XXV ed.)

Giovanni Greco, L’evidenza, Castelvecchi (vincitore XXIV ed.) e la nuova edizione di L’ultima madre (Nutrimenti)

Giovanni Montanaro, Le ultime lezioni, Feltrinelli (finalista XIX ed.)

Eugenio Raspi, Tuttofumo, Baldini+Castoldi (finalista XXIX ed.)

Simona Rondolini, Gli alberi strani, Elliot (finalista XXVI ed.)

Samuela Salvotti, Senza sensi di colpa, Castelvecchi (vincitore IX ed.)

Giacomo Verri, Un altro candore, Nutrimenti (finalista XXIV ed.)

Pierpaolo Vettori, La notte dei bambini cometa, Bompiani (nuova edizione, finalista XXIII e XXIV ed.)

Infine, concludiamo con il debutto di alcuni autori segnalati dal Comitato di Lettura:

Alberto Albertini, La classe avversa, Hacca (testo segnalato nella XXXI e XXXII ed. col titolo Non è più il mio circo)

Daniele Antonietti, Nerd, Besa Muci (testo segnalato nella XXXI ed.)

Gianluigi Bruni, Luce del Nord, Rubbettino (testo segnalato nella XXXII ed.)

Piergianni Curti, Quando i padri camminavano nel vuoto, Miraggi (autore segnalato nella XXIX ed.)

Michela Fregona, La classe degli altri, Apogeo Editore (testo segnalato nella XXIX edizione)

Federico Longo, Il futuro era ieri, Ensemble (autore segnalato nella XXVII ed. con il testo Tutte le strade, La Tana del bianconiglio) e A ruota libera. Diario di un ciclista urbano, Ultra

Alfredo Palomba, Teorie della comprensione profonda delle cose, Wojtek (testo segnalato nella XXX ed.)

Verde & Oriani, Tutta la vita dietro un dito, Salani (testo segnalato nella XXXI ed.)

Elia Zordan, Quattro passi, un respiro, Biplane edizioni (testo segnalato nella XXXII ed.)

Le Opere Segnalate dal Comitato di lettura della XXXII edizione

venerdì, 5 Luglio 2019

Alberto ALBERTINI (1966), Non è più il mio circo

→ “per la rinnovata stesura del romanzo in cui si declinano le conflittuali aspirazioni manageriali e letterarie del protagonista sullo sfondo delle modificazioni avvenute nel mondo aziendale”

Bruno ALESSANDRO (1959), Titerama

→ “per l’efficace commistione di azione e complessità scientifica in una vicenda che da oggi si proietta in un futuro non troppo lontano, tra lotte di potere, astrofisica e spiritualità tibetana”

Giorgio BALDISSERRI (1961), Orient

→ “per la perfetta antropologia di una cooperativa di tipografi emiliani tra anni Settanta e inizio del nuovo millennio, scritta con lingua di precisione chirurgica, tutta cose, spruzzata di misurate e ironiche accensioni”

Silvia BRIZIO (1953), Non sei tu  

→ “per il tentativo di scavare con lingua serrata nell’illusione di tanti genitori odierni di aver creato un privilegiato rapporto di comprensione con i propri figli, che invece sfuggono, e talora con scelte estreme”

Gianluigi BRUNI (1954), Luce del Nord  

→ “per l’abilità descrittiva e l’autentica partecipazione con cui si rappresenta un microcosmo romano di inutili al mondo, a ciascuno dei quali si sa dare voce propria, non senza notevoli rese espressive”

Pietro CAZZANIGA (1973), Gli ultimi giorni del capitano Parat 

→ “per la levità di tocco nel tratteggiare un episodio d’invenzione, dalle soffuse venature esistenziali, ai tempi della persecuzione dei valdesi nelle valli del Piemonte per mano delle truppe del re Sole”

Silvana L. CONVERTINI (1963), Istruzioni per il sosia

→ “per l’inventività dell’escamotage narrativo ‒ un uomo stanco e disilluso prima di abbandonare la famiglia progetta di individuare un proprio sostituto ‒ e per la ricchezza dell’analisi psicologica che lo innerva”

Andrea FONTANA (1974), Il soccorritore

→ “per la sottilmente ambigua anatomia di un miracolo dall’incerta consistenza e dei suoi riverberi sull’esistenza di un laico”    

Loretta FRANCESCHIN (1951), Bella e di lunghi capelli 

→ “per la grande finezza psicologica e di scrittura e per l’intensità con cui si rievoca l’evento di un suicidio adolescenziale in una costellazione famigliare di media borghesia virtuosa”

Alessandra GUARNERO (1968), Un uomo pericoloso (G. R. Lanza: alla ricerca di un artista)  

→ “per la scrittura sobria e precisa e per l’acribia analitica con cui si indaga su un artista finito nella deriva della memoria, del quale rimangono sparsi ricordi, documenti ed oggetti”

Ciro LENTI (1963), Il volo della talpa   

 → “per la vivezza di lingua, la godibilità e l’originalità di una costruzione narrativa in cui il protagonista incompetente della vita diventerà ironicamente uno che dei fallimenti degli altri riuscirà a vivere”

Flavio MENARDI NOGUERA (1953), Narbona  

→ “per la scrittura calibrata, soffusa di contenuta malinconia, con cui si sviluppa il tema dell’abbandono degli antichi borghi, in un susseguirsi di episodi inanellati a formare un eccellente quadro d’insieme”

Pierpaolo MOSCATELLO (1995), Così piccolo da scomparire

→ “per l’umanità e la capacità immaginativa che pervade una delicata trama di amicizia tra un ragazzo obeso e una ragazza senza voce, in un’atmosfera fuori del tempo dalle sfumature surreali”  

Enrico RENZI (1969), La tomba Pascucci  

→ “per l’energia affabulatoria e di lingua con cui si affresca la rocambolesca storia ‒ una sorta di epica in chiave minore ‒ dei fratelli Pascucci, tombaroli di vecchia tradizione nella misteriosa terra etrusca”

Roberto RISSO (1978), L’ultima torre

→ “per la rara capacità visionaria e la precisione di scrittura con cui si descrivono la difficile e drammatica sopravvivenza in una Torino postuma, devastata ormai senza remissione, e i suoi variegati protagonisti”

Carlo RUSSO (1956), La trovatura del Santuario della Beata Vergine Addolorata

→ “per il passo disteso, la cifra umoristica e l’incanto con cui si racconta un paradossale episodio di devozione e di micropotere nell’eterna provincia siciliana”

Nicoletta SALOMON (1967), Tredici anni  

→ “per la nitidezza di scrittura con cui si dà voce alla prospettiva sulla vita, alle emozioni e agli affetti di una giovanissima adolescente”                     

Claudio UGUCCIONI (1959), La verità sospesa  

→ “per l’avvincente talento e la competenza con cui si dipana una vicenda, dalle tinte gialle, in cui il glorioso passato scientifico gesuitico riemerge con forza nel presente”

Ruben TRASATTI (1992), I figli degli ignoti

→ “per il tentativo, pur ancora acerbo, di fondere in un’ossessiva visuale ‒ sulla campitura di un futuribile e impietoso conflitto planetario e di un universo ormai fuori sesto ‒ il tema identitario e il tema della morte” 

Roberto ZAMBON (1985), Vero cuoio   

→ “per l’efficace mimesi con cui vi si raffigura il mondo del rugby con i suoi riti e i suoi miti, con le sue pratiche e i suoi diversi tipi umani e con la sua estrema rudezza di linguaggio”

Si segnalano poi i racconti

Amour di Loris RIGHETTO (1979)

→ “per il singolare triangolo tra un adolescente, una pornodiva virtuale e una commessa, schizzato da una enigmatica voce narrante nella cornice di un sex shop”

L’alternativa del cavaliere di Alberto GENOVESE (1955)

→ “per la qualità linguistica, l’ironia maliziosa e la vaga malinconia con cui si indaga sull’origine del detto siciliano o futtiri o vasari

Il Premio Calvino a Book Pride

lunedì, 11 Marzo 2019

Il Premio Calvino partecipa a Book Pride, la Fiera nazionale dell’editoria indipendente (a Milano dal 15 al 17 marzo, Fabbrica del Vapore), con due incontri che si terranno domenica 17 marzo.

Alle 12, nella sala Doris Lessing, “La lunga marcia dell’esordiente“.
Tre dei nostri finalisti — Davide Martirani (Come si sta al mondo, Quodlibet), Loreta Minutilli (Elena di Sparta, Baldini+Castoldi) e Marinella Savino (La sartoria di via Chiatamone, Nutrimenti edizioni) — raccontano il loro percorso, in dialogo con Franca Cavagnoli, Laura Mollea e Mario Marchetti.
Alle 13, sempre nella sala Doris Lessing, “Come sta il racconto?”. Un momento di confronto sullo stato di salute del racconto nella narrativa e nell’editoria italiana oggi. Ne parlano lo scrittore Luca Doninelli, Emanuele Giammarco e Dario De Cristofaro. Modera Benedetta Centovalli. Mario Marchetti concluderà con il lancio del call per racconti inediti con tema “Ogni desiderio”, ideato quest’anno dal Premio Calvino.

Un nuovo felice bilancio

lunedì, 23 Luglio 2018

Anche quest’anno possiamo dirci soddisfatti. Il Premio Calvino ha superato i trent’anni senza dimostrare rughe. La Premiazione ha visto come sempre una grande partecipazione e − cosa che ci sta soprattutto a cuore − è riuscita a dare visibilità agli autori che abbiamo selezionato con tanta cura e passione nei mesi precedenti. Il riconoscimento degli editori ne è la prova.

Ringraziamo per il loro contributo i giurati, i lettori, gli editor e gli agenti letterari che si sono impegnati insieme a noi.


GIÀ SEI FINALISTI DELLA XXXI EDIZIONE (2018) HANNO TROVATO UN EDITORE:


Adil Bellafqih pubblicherà Il grande vuoto con Mondadori
Riccardo Luraschi pubblicherà Il Faraone con Castelvecchi
Loreta Minutilli pubblicherà Elena di Sparta con Baldini&Castoldi
Marinella Savino pubblicherà La sartoria di via Chiatamone con Nutrimenti
Filippo Tapparelli pubblicherà L’inverno di Giona con Mondadori
Bruno Tosatti pubblicherà Talib con Tunué

E anche La fine dell’estate di Serena Patrignanelli, menzione speciale alla XXX edizione, ha trovato casa e uscirà con NN. Sempre della XXX edizione, sarà in libreria l’11 ottobre Come si sta al mondo di Davide Martirani pubblicato da Quodlibet. E così arriviamo a sei finalisti del 2017 acquisiti, quattro dei quali già sugli scaffali delle librerie.


TUTTI CI HANNO SCRITTO IL LORO “DIARIO DEL CALVINO”, COM’È TRADIZIONE.

Se siete curiosi, andate qui


E SE VOLETE SAPERNE DI PIÙ SUI TESTI FINALISTI CERCATE “CADILLAC”

La rivista in collaborazione con il Premio ha preparato un numero speciale dedicato alla XXXI Edizione del Premio Calvino.


Mimmo Candito

lunedì, 5 Marzo 2018

È mancato Mimmo Candito, direttore de L’Indice dei Libri del Mese.
Desideriamo ricordarlo per la grande generosità e lo spirito di libertà con cui ha sempre dato spazio al Premio sulle pagine della rivista.

La giuria della XXXI Edizione

mercoledì, 31 Gennaio 2018

Teresa CIABATTI

Laureata in Lettere Moderne alla Sapienza, ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2002, Adelmo, torna da me (Einaudi), da cui è stato tratto il film L’estate del mio primo bacio, di Carlo Virzì (2005). Del 2008 è il suo secondo romanzo, I giorni felici (Mondadori). Escono poi, nel 2013, Il mio paradiso è deserto (Rizzoli) e, nel 2017, La più amata (Mondadori), classificatosi in seconda posizione allo Strega 2017. Suoi racconti sono comparsi sulle riviste Diario e Nuovi Argomenti. Dell’antologia Ragazze che dovreste conoscere (Einaudi Stile Libero) del 2004, fa parte il suo pezzo I desideri di Rossella O’Hara. Collabora con La Lettura del Corriere e ha svolto attività di sceneggiatrice, tra l’altro per Cosmonauta di Susanna Nicchiarelli (2009).


 

Luca DONINELLI

Laureato in Filosofia all’Università Cattolica di Milano con una tesi su Foucault, si è poi dedicato alla narrativa, ottenendo numerosi importanti riconoscimenti. Il suo lungo racconto d’esordio, I due fratelli (Rizzoli, 1990) vinse il Premio Berto. Con La revoca (Garzanti, 1992) ebbe il Premio Selezione Campiello e con La nuova era (Garzanti, 1999), finalista allo Strega, il Grinzane Cavour. Le sue opere più recenti sono Le cose semplici (Bompiani, 2015, premio Selezione Campiello 2016) e La conoscenza di sé (La Nave di Teseo, 2017). Di particolare rilievo per il suo profilo letterario e intellettuale, il libro intervista Conversazioni con Testori (1993, Guanda). È anche autore teatrale (Ite missa est, 2001; La Mano, Garzanti, 2001; Maryam, 2017).


 

Maria Teresa GIAVERI

Scrittrice, traduttrice, docente universitaria di Lingua e Letteratura francese a Pescara, Napoli, Pisa, Messina, tra il 2008 e il 2015 è stata titolare della cattedra di Letterature Comparate presso la Facoltà di Lettere di Torino. A Napoli e a Milano, ha realizzato un “Atelier di scrittura” per studenti (1981-2003) nonché ha tenuto corsi dedicati alla traduzione editoriale. Per i “Meridiani” di Mondadori ha curato i volumi dedicati a Colette (Romanzi e racconti, 2000) e a Paul Valéry (Opere scelte, 2014). Ha scritto saggi pubblicati in opere collettive, tra cui Borges e Dante (in Lectura Dantis, L’Orientale, 2001), Il viso, il naso: fra Marcel Proust e Murasaki Shikibu (in La scrittura e il volto, Liguori, 2006). È vicepresidente del Pen Italia.


 

Vanni SANTONI

Scrittore, giornalista, editor. Dopo l’esordio con lo sperimentale Personaggi precari, ha pubblicato con Feltrinelli il romanzo Gli interessi in comune (2008), oggetto, alla sopravvenuta irreperibilità, di copie clandestine e samizdat; con Laterza Se fossi fuoco arderei Firenze (2011), Muro di casse (2015), La stanza profonda, (2017, candidato allo Strega); con Mondadori, il dittico fantastico Terra ignota (2013-14, firmato come Vanni Santoni HG in omaggio a guido Morselli) e, nel 2017, L’impero del sogno. Ha dato vita a iniziative di scrittura collettiva (In territorio nemico, minimum fax 2013) e dirige la narrativa di Tunué, una linea di tendenza tra le più interessanti nell’odierno panorama editoriale. Scrive sul Corriere della sera.


 

Mariapia VELADIANO

Laureata in Filosofia a Padova con una tesi su Bonhoeffer, si divide tra le attività di scrittrice, giornalista (collaborando, in particolare, con Il regno e con Repubblica) e dirigente scolastica. Nel 2010 ha vinto il Premio Calvino con La vita accanto, uscito nel 2011 da Einaudi Stile Libero e arrivato secondo allo Strega del medesimo anno. Escono successivamente il romanzo Il tempo è un dio breve (Einaudi SL, 2012); Ma come tu resisti, vita (Einaudi SL, 2013), un testo di ragion pratica; ancora un romanzo, Una storia quasi perfetta (Guanda, 2016); e, nel 2017, il singolare Lei, ispirato alla Maria evangelica. Il grande interesse di Veladiano per i temi della scuola e dell’educazione è testimoniato da Parole di scuola (Erickson, 2014).