Antologia finalisti XXVI

CARTONGESSO di FRANCESCO MAINO

giovedì, 25 Aprile 2013

Il rinascimento dell’aperitivo

… lo spritz è la risposta, la nuova eucaristia, 1/3 vinello bianco amabile, 1/3 aperol ovvero campari, 1/3 selz, fettina di limone, ghiaccio, due euro, bevetene tutti, questo è il nuovo sangue arancione versato per la rimozione dei peccati…
… I trentacinque (35) bar d’Insaponata di Piave sono disperatamente popolati specialmente nei week-end da questi capannoidi e di queste femminine. Ogni categoria sociale ha il proprio bar, un bar del cazzo in cartongesso, cartongesso, penso, metà cartone, metà gesso, il cartone delle baracche, penso, da dove tutti proveniamo, il gesso che si sfarina come cocaina, penso, quella che tutti aspirano, il bar, il proprio porto franco, il proprio atollo, i propri disperati prosecchi, le disperate bollicine, i disperati vodka-tonic, i disperati spritz al Select, i vinelli più disperatamente strutturati, i rossi importanti anch’essi disperatamente soli…
… Il nuovo umanesimo è l’umanesimo della mescita, il rinascimento dell’aperitivo. Non è un caso che si dica l’arte di fare uno spritz. Che cosa dovrebbe d’altronde rimanere dopo la produzione medio-industriale in un’area d’ottantamila (80.000) parrocchiani senza niente attorno, solo asfalto, parcheggi e bar, senza un teatro nel raggio di cinquanta (50) chilometri? Rimane l’alcool. L’affermatività orgogliosa dell’alcoolismo da parte dei parrocchiani medesimi, dei capannoidi. S’ordinano giri e giri d’aperitivi, con disinvoltura, con facce millantatrici, auto-compiacenti, dissolute, giri e giri di birre da far rabbrividire una guardia-parco.
Questo è il paese delle cose che stanno morendo. No. Questo è il paese dei corpi. Un paese pieno di corpi. Corpi che si svegliano morti, escono morti di casa, tornano morti; corpi che parcheggiano, scendono, sputano, corpi che si salutano, sbadigliano, bestemmiano sempre, fatturano.